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Una lettura fantastica

09/11/2020
Silvia Molinari

Iniziando a scrivere questo pezzo ho riflettuto, dapprima, sul fatto che il titolo motivato dal suo “doppio senso” non potesse essere che così. Infatti, nella produzione letteraria di Gianni Rodari, fiabe, filastrocche, poesie, racconti, frammenti, anche pezzi teatrali, è il mondo fantastico, ovvero quello riferito alla fantasia, il vero protagonista di queste storie che si anima nelle parole fantastiche, perché pagine bellissime, tenendo inevitabilmente in ostaggio la mente del lettore.

Rodari nasce cento anni fa (23 ottobre 1920 – 23 ottobre 2020) sulle sponde del lago d’Orta, a Omegna. Maestro elementare, è giornalista iniziando nel 1948 a Milano presso l’Unità con una rubrica domenicale per adulti così divertente che ilcaporedattore decide di aprirla ai bambini; in effetti è poi conosciuto da tutti come scrittore per l’infanzia fino a riceve, nel 1970, il Piccolo Nobel, il prestigioso premio Hans ChristianAndersen istituito dall’IBBYP (International Board Book Young People), organismo internazionale della letteratura per l’infanzia. Primo italiano a ricevere questo prestigioso riconoscimento, il secondo sarà l’illustratore Roberto Innocenti nel 2008.

La particolarità di Rodari è quella di inventare partendo da una narrativa realistica, cioè dalle testimonianze degli stessi bambini, dalle loro sollecitazioni (La torta in cielo), dalla sensibilità che matura verso i problemi sociali (Piccoli vagabondi), per approdare a una letteratura fantastica in una prospettica di apertura, di soluzione dei problemi. Il prefisso arbitrario, la S davanti alle parole (v. Grammatica della fantasia), è il suo stratagemma: lo stemperino, è un temperino che fa crescere le punte alle matite, lo staccapanni, è un attaccapanni dove sono appesi tutti i cappotti e la gente che ha freddo può staccare, senza indugio alcuno, il cappotto.

Rodari ci insegna che una sana fantasia è utile per immaginare un mondo diverso, per guardare avanti. In Favole al telefono l’ultima filastrocca si intitola Storia universale e racconta come l’uomo abbia fatto tanti progressi, come abbia tanto lavorato, ma di lavoro ne resta ancora da fare: “…rimboccatevi le maniche, c’è lavoro per tutti quanti”. E’ dunque un modo per guardare al futuro, per non farsi prendere dallo scoraggiamento, dalla solitudine.

E Giovannino Perdigiorno, un grande viaggatore che non trova mai un paese giusto, ci esorta a parlare, a comunicare a stare insieme anche nei momenti difficili.

Dunque è anche possibile con la sua “weltanschauung”, Rodari avrebbe trovato un sistema per raccontare, per inventare anche attraverso la tecnologia senza farne una tragedia; e chissà cosa sarebbe diventato il computer !

Rodari scrive sì per i bambini rivolgendosi indubbiamente anche agli adulti lasciando in eredità una semplice profondità senza pregiudizi. E allora ecco il “nostro” punto. Leggere, o meglio rileggere, Rodarioggi, in particolare nel cosiddetto momento del “Covid-19”, potrebbe essere balsamico, potrebbe infondere, anche se per il tempo di qualche paginacomunque immortale, un ottimismo non ordinario che ci farebbe sentire tutti importanti e tutti partecipi di un stesso mondo. Ce lo dice Stelle senza nome:

I nomi delle stelle sono belli:

Sirio, Andromeda, l'Orsa, i due Gemelli.

Chi mai potrebbe dirli tutti in fila?

Son più di cento volte centomila.

E in fondo al cielo, non so dove e come,

c'è un milione di stelle senza nome:

stelle comuni, nessuno le cura,

ma per loro la notte è meno scura.

Rodari sosteneva di non mettere mai la morale in fondo alle fiabe e se c’è si palesa dalle storie stesse. Umilmente dico che se ci fosse una morale in questo mio scritto, a voi trovarla sperando che possa essere di conforto.

Chiedo scusa alla favola antica

se non mi piace l’avara formica

io sto dalla parte della cicala

che il più bel canto non vende…

regala!

(La cicala e la formica)

Fonti principali

MininaCulturalia Rainews24, 21 maggio 2020 - Studio aperto 25 12 1975, Teche Rai

Rai 1, Uno mattina, 1 aprile 2020 (intervista al prof. Pino Boero già docente della letteratura per l’infanzia, Università di Genova)https://www.youtube.com/watch?v=dYd72rpl768&t=3s

Contributo della prof.ssa Donatella Lombello, studiosa di letteratura per l’infanzia dell’Università di Padova

https://ilbolive.unipd.it/it/news/19202020-gianni-rodari-verso-centenario

Andrea Milanesi. E-Learning? Gianni Rodari non avrebbe demonizzato le tecnologie. Sette, inserto del Corriere della Sera, 23 ottobre 2020

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